Quello che vedete in foto sarà il centesimo cactus che mi muore. Voi direte: “Ma come fai a uccidere i cactus?” Giuro, non me la cavo malissimo con le piante, anzi, oserei dire che sono bravina. Ma i miei cactus muoiono tutti di troppo amore. Praticamente gli do troppa acqua, convinta, a mio modo, di fare loro del bene.
Ci scherzo sempre su, perché le mie relazioni finiscono quasi sempre allo stesso modo, do tanto ma non va mai bene. La cosa assurda è che continuo a comprare cactus anche se mi muoiono, continuo a dare tanto anche se non ne vale la pena.

Questo fenomeno in cui più do e più distruggo, che si tratti di piante o di relazioni, l’ho chiamato La teoria del cactus. Si tratta di una sorta di legge per cui più dai e meno ricevi, più tieni a qualcosa e più la perdi. Sicuramente non sono l’unica a soffrirne, probabilmente esisterà qualcun altro che dedica anima e corpo a qualcosa/qualcuno che non lo desidera.
Un mio amico, quando questa estate gli ho esposto la mia teoria del cactus, mi ha detto: “Secondo me non devi cambiare tu il modo in cui ti prendi cura delle piante. Non devi neanche smettere di comprare piante perché ti muoiono i cactus. Devi solo cambiare tipo di pianta. Trovare una pianta che con tutte le tue attenzioni cresca rigogliosa, invece di morire. È evidente che i cactus non fanno per te.”
Bene. Qui oggi mi faccio una promessa. Niente più cactus, non siamo compatibili. Comprerò delle ninfee da affogare in un mix di acqua e attenzioni, per non sbagliare.
Se anche voi avete un problema con le piante che non vi apprezzano abbastanza vi consiglio le piante scortesi del mio amico Johnny. Almeno queste nella loro scortesia risultano simpatiche!

Ps: ma quanto è bella la mia tastiera che imita la macchina da scrivere? Ammetto che il colore non è dei miei preferiti ma ahimè, era disponibile in breve tempo solo questo, e scrivo così tanto ultimamente che la tastiera del mio pc aveva bisogno di essere lasciata un po’ in pace. Vi lascio il link!