Ho la fortuna di essere nata su un’isola, un’isola bellissima con un vulcano attivo. E come diceva Pirandello:
Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.
Sono un’isola anche io, dunque, e ogni volta che mi trovo a Milano la cosa di cui sento di più la mancanza è il mare. Mi sento a mio agio come in nessun’altra situazione quando sono dentro quell’acqua salata che riconosco come casa e quest’anno mi è andata bene perché è da giugno che vedo, annuso, tocco mare ma non sempre è possibile.
Questa sensazione di casa che ho solo quando respiro aria salmastra me l’ha regalata anche qualche libro che ha come argomento principale questo grande blu pieno di segreti. Si tratta di libri preziosi che vorresti non finire di leggere mai e conservare gelosamente per rileggerli quando la lancetta del “bisogno di mare” batte pericolosamente sul rosso. Che ne so, quando hai solo una settimana di ferie e non puoi fare davvero il pieno della tua isola, quando non puoi tornare neanche a Natale perché ti tocca lavorare (vedi il 2019 di Anna). Libri magici che hanno lo stesso effetto di una conchiglia, se fra le pagine vi capita di poggiare l’orecchio potete quasi sentire lo scroscio delle onde che si infrangono sulla costa.

Il libro del mare: edito da Iperborea ha una delle copertine più belle che io abbia mai visto. Ma d’altronde, quale libro Iperborea non ha illustrazioni splendide? La storia è vera e ce la racconta Morten che, insieme al suo amico Hugo, decide di andare a pescare…non un tonno, non un pesce spada ma il temibile squalo della Groenlandia. Questa caccia alla Melville è, però, solo un pretesto per scoprire tutto ciò che non sapevate del mare e dei suoi abitanti! Un libro che non poteva davvero avere un titolo diverso e che è riuscito a raccogliere tutta l’acqua salata del nostro pianeta (ben il 97% dell’acqua presente) in 10×20 centimetri. Se amate il mare non dovete assolutamente perdervelo!
E ancora oggi il mare costituisce più del settanta per cento della superficie terrestre. Qualcuno una volta ha scritto che il nostro pianeta non dovrebbe chiamarsi Terra: dovrebbe semplicemente chiamarsi Mare.
Oceano Mare: di Feltrinelli, è probabilmente il libro più conosciuto di Alessandro Baricco. Il motivo è semplice, è assolutamente meraviglioso. In un clima onirico e surreale, al centro di tutto c’è il mare e attorno ad esso gravitano dei personaggi da fiaba il cui destino è legato a questa distesa d’acqua, a volte gentile e altre crudele. Alla locanda Almayer, dove alloggiano i protagonisti, impareremo a conoscerli e a innamorarci di ognuno di loro. Il mio cuore batte soprattutto per Bartleboom che, ogni giorno, scrive una lettera d’amore per una donna che deve ancora incontrare. Ma anche il pittore Plasson è un personaggio degno di un film di Wes Anderson!
L’uomo non si volta neppure. Continua a fissare il mare. Silenzio. Di tanto in tanto intinge il pennello in una tazza di rame e abbozza sulla tela pochi tratti leggeri. Le setole del pennello lasciano dietro di sé l’ombra di una pallidissima oscurità che il vento immediatamente asciuga riportando a galla il bianco di prima. Acqua. Nella tazza di rame c’è solo acqua. E sulla tela, niente. Niente che si possa vedere. Soffia come sempre il vento da nord e la donna si stringe nel suo mantello viola. – Plasson, sono giorni e giorni che lavorate quaggiù. Cosa vi portate in giro a fare tutti quei colori se non avete il coraggio di usarli? Questo sembra risvegliarlo. Questo l’ha colpito. Si gira a osservare il volto della donna. E quando parla non è per rispondere. Vi prego, non muovetevi – , dice. Poi avvicina il pennello al volto della donna, esita un attimo, lo appoggia sulle sue labbra e lentamente lo fa scorrere da un angolo all’altro della bocca. Le setole si tingono di rosso carminio. Lui le guarda, le immerge appena nell’acqua, e rialza lo sguardo verso il mare. Sulle labbra della donna rimane l’ombra di un sapore che la costringe a pensare “acqua di mare, quest’uomo dipinge il mare con il mare” – ed è un pensiero che dà i brividi.

I pesci non chiudono gli occhi: edito anch’esso da Feltrinelli, è un libro che è una carezza. Di una delicatezza e potenza incredibile, racconta l’amore visto attraverso gli occhi di un bambino per la prima volta nella sua vita. Cosa c’entra il mare? La storia è ambientata in un’isola nei pressi di Napoli e c’è più mare in questo libro che in un piatto di spaghetti allo scoglio. Fresco come l’acqua del mare di giugno e leggero come il primo bacio dato in una spiaggia, leggendolo riscoprirete i sentimenti più puri che gli amori non corrisposti e gli anni hanno sepolto dentro di voi.
L’infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato delle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori.
Anche “La nostra ultima estate” di Elin Hilderbrand profuma di mare come non mai: l’hai letto?
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No ma lo metto subito in lista per le prossime letture! Grazie mille 🙂
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L’ho anche recensito anni fa nel mio blog. Grazie a te per la risposta! 🙂
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Preso appunti,grazie! La copertina del “Il libro del mare” ma che bella è… Poi tu ne hai fatto quel bel “gioco” con il mare e l’orizzonte esaltandola. Sulle sensazioni quando si è distanti dal mare come non capirti, sono le stesse che sto vivendo in questo momento.
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Ciao 🙂 Da questo primo assaggio all’interno del tuo articolo sembrano tre libri molto molto carini!
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