Arte, Libri

Il Signore dei disegni: le illustrazioni di Tolkien

Questo post è nel limbo delle bozze (insieme ad altri due sfortunati compagni) dal 25 aprile. Lo avevo iniziato in quarantena e mai finito e ho deciso di riprenderlo oggi.

Durante il lockdown la situazione è stata difficile e decisamente fuori dal comune, il mondo come lo conoscevo è cambiato e, personalmente, ho sentito l’esigenza di nascondermi in un posto che quando ero bambina era il mio rifugio sicuro: il fantasy. Tutto ha avuto inizio a fine febbraio, dal giorno in cui ho compiuto 28 anni e il covid-19, che a Milano ha fatto la voce grossa prima che altrove, mi ha impedito di andare a Torino, come avevo in programma di fare, e costretta a rimanere in casa. Con una mia cara amica abbiamo visto tutti e otto gli episodi di The Witcher, mangiando schifezze e bevendo birra senza ritegno.

Poi è iniziata la quarantena per tutti e io e la mia coinquilina abbiamo ripetuto i nostri 7 anni a Hogwarts (prima che Italia Uno mandasse la lettera di ammissione al resto dello stivale); in seguito, abbiamo fatto una gitarella nei Sette Regni, anche se è stato un viaggio tortuoso, da quelle parti litigano tutti per un trono neanche particolarmente comodo; infine, siamo andate alla ricerca dell’Unico Anello, facendo sempre e solo il tifo per Sam, per noi unico, vero eroe. Di quest’ultima storia fantasy parleremo oggi. Ma faccio subito outing: io non ho mai letto Il Signore degli anelli, mi ha sempre inibita. Da piccola ero una lettrice famelica di qualsiasi cosa avesse dentro magia, draghi, creature fantastiche ma strabuzzavo gli occhi quando vedevo quel macigno sul comodino di mio cugino. Il mastodontico tomo edito da Bompiani mi fissava offeso perché in tre giorni riuscivo a divorare le 623 pagine di Harry Potter e il calice di fuoco ma non mi passava neanche per l’anticamera del cervello di iniziare quella Bibbia del fantasy. Volete che mi addossi tutte le colpe della mia mancanza? Potrei, sì. Ma il torto non sta sempre da una sola parte e quindi oggi mi sento in dovere di dire che magari, se avessero fatto un’edizione illustrata da Tolkien, la me bambina si sarebbe sentita più coraggiosa e invogliata a cominciare un libro così impegnativo.

Conversazione con Smaug, © Tolkien Gateway e Tolkien Estate.

J. R. R. Tolkien, infatti, era un perfezionista. Cosa ci potevamo aspettare da una persona che per il suo libro ha creato appositamente delle lingue? Che ha controllato minuziosamente alcune delle 38 traduzioni scrivendo una Guida ai nomi del Signore degli Anelli perché nessuno si prendesse la briga di modificare, neanche in minima parte, un mondo che aveva costruito tassello dopo tassello? Ebbene sì, Tolkien ha curato la sua opera talmente nel dettaglio che ha voluto pure illustrare, per mostrarceli meglio, i luoghi e i personaggi che abitavano la sua mente e il suo libro. Era un artista a tutto tondo. Oltre a scrivere divinamente disegnava da quando era un ragazzo e, pur non essendo particolarmente ferrato nella figura umana e nella sua anatomia, andava pazzo per i paesaggi. Ogni volta che intraprendeva un viaggio portava con sé il suo blocco da disegno e gli acquerelli per immortalarlo.

Disegno del fosso di Helm realizzato su un foglio utilizzato per un esame di Oxford, © Wired.com e Bodleian Libraries, Università di Oxford.

Durante la stesura de Lo Hobbit, nonostante il suo editore avesse sentenziato che i soli disegni delle mappe fossero sufficienti, Tolkien realizzò diversi schizzi per tradurre in immagini i suoi pensieri e le sue parole. I disegni erano talmente belli che anche l’editore Allen & Unwin cambiò idea e la prima edizione del 1937 venne pubblicata con undici illustrazioni e mappe a colori.

Bilbo arriva alle capanne degli elfi barcaioli, illustrazione non inserita inspiegabilmente nella prima edizione del 1937 ma solo nella seconda del 1938, © Tolkien Gateway e Tolkien Estate

Quando lavorò a Il Signore degli Anelli, i disegni e gli schizzi furono più di cento e servirono anche ad aiutare sé stesso a rendere in maniera particolareggiata il complesso mondo che stava creando con la sua scrittura. Ciò è chiaro anche dal fatto che alcuni dei disegni sono semplici scarabocchi a bordo pagina o su fogli usati, non curati con la meticolosità di alcune illustrazioni. Durante la stesura del volume, infatti, scrittura e disegno si intrecciavano indissolubilmente per realizzare una narrazione il più dettagliata possibile. Realizzò anche delle pagine verosimili del Libro di Mazarbul, lo pseudobiblion citato all’interno del volume, riuscendo a rendere visivamente la loro natura frammentaria bruciandone alcune parti. Purtroppo, il budget non permise di pubblicarle. Infine, lo scrittore, non contento, creò per i tre diversi volumi anche tre differenti e suggestive sovraccoperte.

Illustrazione di Gran Burrone, © Tolkien Gateway e Tolkien Estate.

Se non vi ho ancora convinti vi invito a vedere tutte le illustrazioni disponibili su Tolkien Gateway. Allora? Posso avere le mie edizioni illustrate con tanto di copertine, per favore? Ho più di mille pagine da recuperare.

6 pensieri su “Il Signore dei disegni: le illustrazioni di Tolkien”

  1. Ciao! In realtà una versione illustrata esiste, come esiste per lo Hobbit e per il Silmarillion. E per il “trittico” estratto (da Christopher Tolkien) dal Silmarillion, dai manoscritti del padre: I Figli di Hurin, Beren e Luthien, La Caduta di Gondolin.

    Sono tutti illustrati da Alan Lee, che insieme a John Howe ha aiutato Peter Jackson a dare quello stile inconfondibile alla sua trilogia cinematografica.

    Il problema di fondo, ora, è trovarli. Sarà la tua Main Quest?

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    1. Ciao! 🙂 Sapevo delle versioni illustrate da Alan Lee (che ora comunque non riesco a trovare purtroppo) ma mi affascinavano molto i disegni realizzati da Tolkien durante la stesura, sarei stata felice di avere una versione illustrata dallo scrittore stesso per avere la sua visione di insieme. Comunque al momento non riesco a trovare neanche il classico tomone Bompiani, solo i libri separati. Forse ci saranno nuove sorprese editoriali in vista dell’uscita della serie tv?

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  2. Lentiggini, ma sei un uragano di parole. E sono bellissime. Che bisogno c’è di metterle in ordine? Ti escono già sistemate da un metodo che, probabilmente, ti è naturale: quello della Bellezza. Fa così anche con i libri. Ciao. Un abbraccione ‘disordinato’

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